il cuore è matto e lo stomaco ha le idee chiare


la notte scorsa sono andata a letto tardi, saranno state le 2.00. Ho dormito fino a stamattina alle 11.20 quando sono stata svegliata da un forte batticuore. 
Ho avuto l'immediata sensazione che fosse qualcosa di anomalo. Ho cercato di non pensarci per non agitarmi di più. Impresa molto difficile visto che il batticuore, accompagnato anche da aritmia erano in costante aumento. Mi sentivo stanca e sonnolente, ma non avevo dolori al petto o al braccio sinistro. Mi girava un pò la testa e avevo il respiro corto. 
Ronald era uscito in mattinata con papà per lavorare nella nostra serra. Verso le 13.00 l'ho chiamato dicendogli che non mi sentivo bene e lui è venuto immediatamente. Gli ho spiegato come mi sentivo e lui, toccandomi il polso, ha constatato che il battito del cuore era molto sostenuto e irregolare. Entrambi lo abbiamo attribuito allo stress a cui il mio organismo è sottoposto dopo il Gastric Bypass. Abbiamo parlato e mi sono un pò rasserenata. 
Verso le 14.00 sono scesa giù e ho mangiato un cracker con del formaggio e mi sono stesa sul divano, con la mamma che mi vegliava, mentre Ronald è tornato a lavorare in serra. 
Esausta mi sono addormentata e, dopo una mezz'oretta, mi sono risvegliata di colpo sempre col batticuore e il braccio sinistro addormentato. Mi sono seduta sulla poltrona a guardare la tv, cercando di distrarmi, ma la situazione non migliorava. Allora ho deciso di andare a stendermi sul letto per stare più comoda. Il cuore non smetteva di fare il matto. Dopo una decina di minuti mio marito è ritornato per controllare la situazione e, accorgendosi che non era cambiata, abbiamo deciso insieme di chiamare l'ospedale dove sono stata operata. Dopo aver spiegato la situazione e la mia recente anamnesi all'addetta, a Ronald è stato detto che bisognava o andare di persona e farmi controllare, oppure andare alla guardia medica, oppure chiamare un'ambulanza. Per questione di vicinanza, abbiamo optato per la seconda opzione e abbiamo preso un appuntamento alle 17.15 con la guardia medica di Hoorn, cittadina ad una ventina di km da casa nostra. Per sicurezza mi sono anche preparata una borsa con il necessario  in caso fossi dovuta andare in ospedale.
Quando sono arrivata là, ho spiegato all'assistente la situazione e lei mi ha fatto fare un elettrocardiogramma che ha indicato subito che c'era qualcosa che non andava.
Nello specifico si trattava di fibrillazione atriale, che in parole semplici ci ha spiegato consistere in un'aritmia cardiaca che origina nella parte alta del cuore, gli atri.
La signora, molto srupolosa, mi ha consigliato di andare in ospedale per farmi trattare e intervenire nelle 48 ore, così come previsto in questi casi. Ha chiamato l'ospedale per informarli e ha preparato la richiesta. Noi abbiamo anche chiesto se fosse il caso di andare all'ospedale Slotervaart di Amsterdam, dove ero stata operata, ma lei ci ha consigliato di recarci a quello di Hoorn che era praticamente dietro l'angolo. Così abbiamo fatto.
All'accettazione in pronto soccorso, ho detto il mio nome e la signora, sapendo chi fossi, mi ha detto di recarmi al reparto di cardiologia dove mi aspettavano. Lì siamo stati accolti da un'infermiera molto gentile che mi ha chiesto di stendermi sul letto da lei indicato. Ha chiesto a mio marito di accomodarsi in sala d'attesa mentre loro mi facevano tutti i controlli. Alla visione di quel letto candido e abbagliante, perchè illuminato da un sole splendente, non so perchè, mi sono rasserenata.
L'infermiera mi ha spiegato che mi avrebbe fatto un elettrocardiogramma, mi avrebbe misurato l'ossigenazione del sangue, la pressione sanguigna, la temperatura corporea e avrebbe fatto un prelievo di sangue per controllare la funzione tiroidea.  
Mi ha attaccato tutti gli elettrodi e dopo una manciata di secondi guardando il monitor che rimandava la mia funzione cardiaca, si è rivolta a me e mi ha chiesto: "signora, ha la sensazione che il batticuore sia finito?" Io le ho detto di sì. Mi sentivo serena e non così affaticata come poc'anzi. Lei sorridendo mi ha detto che in effetti la fibrillazione era cessata spontaneamente. 
Che sollievo! E' il caso di dire che un masso enorme era stato sollevato dal mio cuore. Gli altri valori erano normali, quindi mi ha detto che avrebbe chiamato l'assistente di turno per informarla. Anche Ronald è rientrato e gli ho spiegato cos'era appena successo. Dopo una decina di minuti è arrivata la dottoressa e mi ha conferamto che si è trattato di fibrillazione atriale, che le cause, nel mio caso, non essendo io paziente cardiopatica, non erano chiare. Poteva come no, essere correlato al mio intervento chirurgico, sicuramente non con l'anestesia, molto più verosimilmente allo stress. Nonostante l'aritmia fosse rientrata spontaneamente, il battito cardiaco era ancora sostenuto 136 bpm, quindi voleva comunque consultarsi con il cardiologo prima di dimettermi.
Di lì a poco è ritornata con la prescrizione di due farmaci uno per rallentare il battito cardiaco e un anticoagulante per prevenire trombosi e ictus, potenziali rischi della fibrillazione atriale. Ho chiesto alla dottoressa se soprattutto per l'anticoagulante a base di carbasalato calcico (derivante dall'acido acetilsalicilico, comune aspirina, sconsigliato a chi ha problemi allo stomaco) ci fossero controindicazioni visto il mio Gastric Bypass. La sua risposta è stata negativa, quindi avrei potuto prendere il farmaco tranquillamente. Per la durata della terapia, avrei dovuto consultarmi con il mio team allo Slotervaart. Ci siamo così congedati.
Ho telefonato a casa per tranquillizzare mamma e papà e li ho informati che di lì a mezz'ora saremmo stati a casa.
Stanchissima sia fisicamente che psicologicamente, alle 19.20, con due medicine in più, sono uscita dall'ospedale. In macchina ho preso subito la compressa di bisopropolo, per rallentare il battito cardiaco. L'anticoagulante, ho preferito non prenderlo perchè non ero sicura di fare una cosa giusta.
Una volta a casa, ho spiegato ai piccolinis, visibilmente in ansia, cosa mi era successo e si sono tranquillizzati.
Dopo un pò ci siamo messi  a tavola per cenare. Non avevo fame, ma mi sono imposta di mangiare, per non debilitare ancora di più il mio corpo. Dopo due bocconcini di carne, ben masticata, ho cominciato ad avere dolori forti alla bocca dello stomaco, mi sentivo soffocare e dopo un paio di minuti, sono corsa in bagno e ho vomitato quel poco che avevo mandato giù.
La prima volta che vomito dall'operazione. Ma anche la prima volta che mangio carne non tritata. Mi sono sentita immediatamente meglio e, dopo un pò, ho mangiato una mela che è scesa giù tranquillamente.
Insomma una giornata che non dimenticherò. 
Sono frastornata e impaurita dal problema al cuore. Domani mattina chiamo lo Slotervaart per cercare di parlare con il mio chirurgo, o chi per lui, aggiornarlo sui nuovi accadimenti e chiedere se posso assumere la cardio aspirina.
Lo stomaco, d'altro canto, anche se non in maniera piacevole, mi ha fatto capire chiaramente cosa posso e cosa no. Questa  è per me la maniera più certa per imparare.
Ma sono esausta. I chili volano e con essi la mia energia psico-fisica. Mi sento fragile e vulnerabile e non sono sensazioni piacevoli. 
Devo farmi forza e andare avanti. Lo sapevo che la strada non era facile. Solo quando si è in cammino, però, ci si rende conto della vera portata delle difficoltà. Il percorso sembra sempre più assomigliare ad un labirinto e, l'unico modo per non disorientarmi ed uscirne, è tenermi aggrappata al filo della ragione. 
Pare facile, ma tant'è.

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