sorelle d'Italia

per dare più visibilità ai workshop di cucina che tengo, ho fatto una serie d'inserzioni su un settimanale locale molto conosciuto. A parte le richieste di chi era interessato a questi workshops, qualche settimana fa sono stata contattata da una signora italiana, Angela, che vive nella mia stessa cittadina. Ricevere la sua e-mail mi ha fatto molto piacere anche perchè pensavo di essere proprio la sola del Bel Paese ad abitare qui. 
Non la porto alle lunghe, ci siamo incontrate, e siamo state a chiacchierare per tutto un pomeriggio, tanto che solo i miei doveri di mamma e di moglie mi hanno fatto ritornare a casa.
Insomma da quel pomeriggio credo di aver trovato una nuova amica.
A parte la persona in sè e il poter parlare in italiano, la cosa che mi piace tanto, è che inviti last-minute come "domani pomeriggio andiamo a prenderci un caffè?" oppure, "vieni a casa che faccio la pizza...", hanno di nuovo una ragione d'essere.
Il fatto di dover programmare tutto in largo anticipo, persino l'andare a prendersi un caffè, è una di quelle cose olandesi alla quale non mi sono mai abituata. Questa mancanza d'improvvisazione, ammazza la spontaneità ed è una delle ragioni per cui trovo non facile la socializzazione con gli olandesi. O si entra in quest'ottica, la si accetta e la si pratica o rimani bloccato al buongiorno, buonasera, come capita a me, fatte salve un paio di persone.
Oggi, però, sono tornata, con grande piacere, indietro nel tempo, a godermi una di quelle cose che della mia terra più mi mancano: la convivialità. Nel pomeriggio, mentre Billa era a danza, io e Angela eravamo in un caffè a goderci la reciproca compagnia, il sole, le chiacchiere e naturalmente il pretesto dell'incontro: il caffè.

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