primo prelievo e tanti pensieri

stamattina sono andata ad Amsterdam all'ospedale per consegnare la raccolta delle urine delle 24h e fare il prelievo di sangue per la lunga lista di analisi che mi hanno assegnato.
I risultati li saprò durante la visita fissata per l'8/4 con l'internista dr. Celik.
L'ansia sale, perchè questo è davvero l'inizio del percorso pre-operatorio. 
Sono assente, il pensiero fisso nella mia testa è l'operazione. Penso ai rischi operatori, ma anche al post operatorio e alle porzioni minimissime che potrò mangiare. 
Mi faccio tante domande: perderò il piacere di mangiare e stare insieme ad altri? Avrà senso uscire e andare a mangiare fuori? 
La convivialità è un aspetto molto importante per me: stare insieme con familiari o amici intorno ad un tavolo, è almeno tanto importante, se non di più, del mangiare stesso.
Mi mancano queste informazioni di vita quotidiana e dalla letteratura che leggo on line non viene fuori questo aspetto. Non si parla dell'impatto psicologico che l'operazione ha sul paziente. 
Mi piacerebbe parlare con persone che l'intervento lo hanno già subìto e ascoltare come vivono il cibo ora.
Ho posto questa domanda anche sul forum di Amici Obesi, mi stanno cominciando ad arrivare delle risposte che in un certo senso sono rassicuranti. Io avevo letto che la quantità di cibo che si può mangiare senza sentirsi già pieni, è pari, per esempio, a due (proprio 2!) maccheroni, o due bocconi di carne. Detto francamente questo mi spaventa.
Sono arrabbiata, delusa e triste. Perchè mi è capitato tutto questo? Perchè devo essere costretta manipolare il mio corpo, a frustrare la mia psiche, a privarmi di un piacere, per tornare alla normalità? 
E' durissima. Qui si parla di una cosa che è parte della mia vita, che è sì degenerata per tutti gli stranoti motivi, ma che rimane una parte integrante della quasi totalità dei miei 42 anni.
Ho bisogno di sostegno, di feed back, di conforto.
Ne ho parlato ieri con mio marito, piangendo disperata, proprio come ora mentre scrivo. Al mio peso corporale si è aggiunto quello psicologico, e sento di stare per crollare. 
Durante la sua visita di controllo per il diabete, mr. Gordilla ha parlato di queste mie paure con la responsabile del centro diabete, nonchè moglie del nostro medico di famiglia. 
Lei si è subito attivata e mi ha messo in contatto con una signora che è stata operata nel novembre del 2008 di gastric bypass, proprio dal mio chirurgo.
Si chiama Coby, l'ho contattata per e-mail e mi ha già risposto, dicendomi che dopo l'operazione, lei è come rinata. Mi ha anche dato la sua piena disponibilità per qualsiasi altra cosa io voglia sapere. 
Non mi resta che telefonarle e parlare con lei. E lo farò.
Quello che mi ha colpito, oltre al mio Gordilla, è anche l'immediato sistema di supporto che si è aperto, dopo appena averne parlato. Lo stesso vale per tutti coloro che attraverso il forum mi contattano.
Questo mi dà sollievo.

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