la paura

lo vedevo arrivare da giorni, ma ieri si è appalesato: un ben conosciuto mal d'anima.
Penso a tutto quello che ho letto, faccio le mie liste personali di pro e contro, considero la mia situazione familiare e una cosa continua a crescere: la paura. Paura di fare la cosa sbagliata.
Una scelta, prima di arrivare ai ferri, ce l'ho ancora: fare la dieta. Lo so. Ma so anche che la strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni. Io ne ho avute tante in tutti questi anni, ma solo una volta, e a tempo determinato, la determinazione è stata più forte della chimica del mio corpo. Il resto sono stati solo tentativi poi miseramente falliti. Ma queste sono cose dette e stradette.
Il fatto è che, per l'ennesima volta, mi trovo davanti ad un bivio. La differenza più grande rispetto al passato, è che prima ero sola, oggi sono mamma di una meravigliosa bambina di 5 anni e moglie. Non sono solo responsabile di me, ma anche di lei, di loro. Ed è questa considerazione che mi angoscia. Cosa succede se decido di fare un'operazione e poi va male? E non parlo solo dei rischi operatori immediati, ma anche e soprattutto di quelli post.
Cosa succede se resto così lo so. Prima o poi, anzi più prima che poi, il mio corpo comincerà a dare segni di cedimento o, peggio, non ce la farà più e si fermerà.
Sono fra due fuochi, con in mezzo un filo di speranza che ce la possa fare da sola.
Vorrei solo non avere sempre questa maledetta fame. Vorrei che sparisse. Purtroppo so che non è così, lo sanno anche i dottori e una pillola magica non esiste. Per questo l'alternativa estrema del bisturi come metodo che dia risultati stabili e duraturi, per contrastare questa malattia.
Mi è toccato questo corredo genetico, mi è toccata mia nonna, mi sono toccati mio padre e mia madre che, in modi diversi, non sono saputi intervenire per tempo per aiutarmi quando non potevo farlo da sola, mi sono toccata io.
Non ce la faccio più di combattere. Ho solo voglia di piangere e di scomparire.
Poi penso a cosa ho creato, a quella piccola meravigliosa creatura che questo corpo è riuscito, nonostante tutto, a donarmi. Il mio cuore si riempie di lei. Penso che vorrei poter fare di più con lei, ma tante volte, troppe, mi manca l'energia. Mio marito dice sempre: "sfido io, è come se io mi portassi appresso continuamente, giorno e notte, due valige da 20 kg l'una: non avrei mica l'energia che, nonostante tutto, hai tu!".
Sì, queste valige me le porto sempre con me, e più passa il tempo, più è stancante sia fisicamente che mentalmente. L'unica certezza che ho è che una decisione devo prenderla.
Spero che l'incontro fissato per il 10 prossimo, mi aiuti a far ancora più chiarezza.
Fino ad allora sono prigioniera anche delle mie paure.

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