le mie braccia/2

il giorno è arrivato. Sono ansiosa come se stessi per fare un esame.
Io e Ronald, siamo partiti verso le 10.00 direzione Amsterdam. Per la piccola Billa, essendoci vacanza a scuola, mi ero messa d'accordo con la mamma di una sua amichetta per farle stare insieme. Siccome loro avevano in progetto di andare ad un festival dei fiori locale, la Billina si è unita alla compagnia.
Tanti pensieri si affollano nella mia testa e per tutto il tragitto mi tengono compagnia. Mio marito, come al solito, con la sua essenzialità nordica, compensa magnificamente il vulcano emotivo che c'è in me.
Arriviamo. L'ospedale me lo immaginavo più grande, bon, qui ad Amsterdam ce ne saranno almeno una quindicina, quindi la dimensione è un indice di qualità relativo.
Siamo in anticipo perchè al telefono ci era stato detto che avrei dovuto prima sbrigare le pratiche burocratiche d'iscrizione all'ospedale stesso. Scegliamo l'entrata a noi più vicina, quella del policlinico, e ci dirigiamo subito ad uno sportello libero dell'accettazione. Prima sorpresa, tutto elettronico, mi siedo di fronte all'impiegato che mi chiede il numero di prenotazione e la conferma di una serie di dati anagrafici e assicurativi che io posso controllare in real time sul monitor che ho di fronte a me. E per ultimo, dalla web-cam posizionata sul monitor, mi scatta una foto che andrà a completare la mia anagrafica digitale in quell'ospedale. Il tutto prende 5 minuti di tempo.
Non c'è niente da fare, qui sono mooooolto più avanti!
Il signore, dandomi la mia tessera d'iscrizione, mi indica il piano e il settore in cui si trova chirurgia plastica.
Arrivati lì, comunico la mia presenza all'accettazione del reparto, data di nascita e sanno chi sono. La signorina mi dice di sedermi in sala d'attesa che da lì a poco sarò chiamata dalla dottoressa van Loenen.
Dall'andirivieni nella stanza di fronte a me, deduco che deve essere lo studio della dottoressa, che intravedo anche. Entriamo con venti minuti di ritardo rispetto all'orario fissato, cosa inusuale per gli standard olandesi, e infatti la dottoressa presentandosi, si scusa con noi dicendo che le visite precedenti avevano sforato. Insieme a lei c'è anche un tirocinante che assiste e che, a sua volta, si presenta.
Ronald e io ci sediamo, e la dottoressa mi chiede la natura del mio problema. Dopo il mio racconto dettagliato, lei mi spiega in cosa consiste l'operazione, i risultati che mi posso aspettare e, last but not least, i possibili rischi operatori e post operatori ad essa connessi. Mi visita e mi fa anche delle foto alle gigabraccia. Dopo si sofferma su un altro aspetto non trascurabile: l'assicurazione. Ci spiega che l'eventuale operazione nel mio caso, pur non avendo per nulla ragioni cosmetiche, quasi sicuramente non sarà rimborsata dall'assicurazione, vista la mia obesità.
Quando si tratta di pagare, le compagnie assicurative per default mettono paletti, ma nel caso di persone obese, quei paletti si trasformano in veri e propri muri. Questo discorso non ci ha sorpresi più di tanto, perchè conosciamo il sistema.
L'unica mia perplessità si basava sul fatto che nonostante ci fosse, anche grazie a lei, la dichiarazione specialistica che non si tratta di un intervento cosmetico, ma puramente medico, l'assicurazione obiettava cosa?! Lei mi dice, in tutta franchezza e per esperienza, è l'obesità l'appiglio e che comunque potevamo appellarci all'eventuale rigetto da parte dell'assicurazione.
Poi mi chiede se sapevo cosa fosse un intervento di Gastric Bypass (Bypass Gastrico), e se lo avessi mai preso in considerazione, visto che è indicato in casi, come il mio, di severa obesità (con un bmi >40). La sua domanda aveva una ragione d'essere: in caso di Gastric Bypass, l'assicurazione non avrebbe avuto nessun appiglio per non rimborsare l'altra operazione. Inoltre, da non tralasciare, con un dimagrimento consistente, la riuscita della brachioplastica sarebbe stata ottima.
Io le ho risposto che circa tredici anni fa stavo per effettuare a Roma, un bendaggio gastrico, perchè del bypass mi spaventavano i drastici effetti post operatori. Pur avendo fatto con successo tutto il pre-operatorio, all'ultimo momento mi sono tirata indietro, auto convincendomi che ce l'avrei fatta da sola a perdere i chili (poi fallendo).
Mi informa che nell'ospedale c'è un centro di chirurgia bariatrica d'eccellenza e che forse sarebbe stata una buona idea prendere un appuntamento con gli specialisti di lì, per saperne di più.
Usciamo dalla stanza con nuove ed inaspettate informazioni,  dei forms, il numero di telefono del reparto di chirurgia bariatrica e i nomi dei chirurghi.
Io e Ronald parliamo in auto delle assurdità del sistema assicurativo e sull'eventuale nostro appello alla loro risposta negativa.
Fare un intervento di Bypass Gastrico (totalmente rimborsato), per avere via libera sulla brachioplastica, mi sembra un'incongruenza colossale anche dal punto di vista economico per l'assicurazione, ma tant'è.
Intanto le due parole Gastric Bypass, vivono già di vita propria, girando libere come trottole nella mia testa. 
E sento che si sta per aprire un nuovo capitolo nel libro della mia vita con i tanti chili.

Comments

Taco Recipes said…
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